"Le scarpe del flâneur" di Jonathan Rizzo
In #collaborazione con Simona Mirabello, oggi parliamo di una raccolta poetica dal titolo "Le scarpe del flâneur" di Jonathan Rizzo, pubblicata nel 2020 dalla Casa editrice Ensemble.
"Le scarpe del flâneur" di Jonathan Rizzo
Numero di pagine: 92
Formato: Libro - Brossura
ISBN: 9788868816964
Prezzo: € 11,40
⭐⭐⭐⭐
La flânerie è lo stato d'animo per antonomasia del poeta moderno.
“Le scarpe del flâneur” è dedicata a Charles Baudelaire e Serge Gainsbourg, rispettivamente un noto poeta e un cantautore e attore, entrambi francesi. La raccolta ha come sfondo Parigi, città dei poeti per eccellenza. La prefazione di Marco Incardona spiega a grandi linee la linea poetica dell'autore:
Jonathan Rizzo non è poeta che si lascia imbrigliare dalle facili maglie di una critica letteraria, men che meno da quelle di una breve introduzione alla sua raccolta "Le scarpe del flâneur". La sua è una poesia corporale, della presenza, del suo farsi e del suo dirsi, per poi disfarsi nel vortice degli attimi da vivere fino in fondo. Forse il futuro e il tempo ci restituiranno lo sguardo prospettico in grado di analizzare il poeta unicamente per i suoi scritti. Oggi vale la pena “godersi” appieno tutta la vitalità e la corporalità di un poeta fuori dagli schemi e che sa di esserlo.
La poesia è al centro di ogni cosa, come unico mezzo di sopravvivenza in un mondo ormai fatto di mercificazioni e di materialismo. Nella cornice parigina, il "flâneur", ovvero l'osservatore silenzioso che vaga oziosamente per le vie cittadine, si emoziona e si intrattiene con varie personalità e racconta in lunghe poesie ciò che prova.
Quando mi è stata proposta questa raccolta, ho avuto un po' di timore, perché descrivere, raccontare e recensire una raccolta di poesie è sempre complicato, quasi impossibile, bisogna saper entrare in sintonia con le poesie e con il poeta. I componimenti poetici di questo libro sono spesso lunghi, introdotti da un titolo che avviano in qualche modo la poesia. Ho notato spesso una sorta di "difficoltà" del poeta nell'esprimersi in un mondo che privilegia il concreto all'astratto, come si evince da alcuni versi di "Belleville":
Assisto colpito
a uno spettacolo improvvisato,
francesi di strada
e marionette d'asfalto
urlanti
nella Tempesta shakespeariana.
Unico concentrato
tra un pubblico
distratto e annoiato.
Tempi duri per i poetici.
Ma spesso, nonostante le difficoltà sopracitate, il poeta parla di speranza, pur non scrivendolo apertamente. In "Chimney", componimento in lingua inglese, troviamo la frase:
After a sun there's always another one
C'è la voglia dell'autore di qualcosa di reale e di tangibile, di un amore destinato ad essere, di un lieto fine, come scritto in un verso di "Seven Eleven".
Cerco un lieto fine,
ospite non abituale
tra le mie righe.
Malinconia e rabbia aleggiano tra le poesie, ma ho trovato preponderante l'assenza di qualcuno, di una compagnia per il poeta ormai rassegnato alla solitudine del suo vagare. Vorrei per questo citare qualche verso di "Soli soli soli":
Naufraghi nel porto dei sogni,
alla deriva
in balia dei venti
sopra il corpo eterno
senza fine.
Il poeta sognante è l'unico in grado di raggiungere l'amore, perché non ha bisogno di recensioni o di strumenti, di un riscontro positivo o meno, ma solo della sua penna, della sua immaginazione, della sua musicalità interiore che dona colore a ciò che scrive. La poesia che ho più apprezzato è "Legato a te":
Sembriamo piccole rose
aggrappate al gesto,
alle virgole silenziose.
Nell'ombra della tua assenza
sospiro vasto
il ricordo lontano della tua essenza.
L'ultima parte della raccolta presenta un vero e proprio elogio a Parigi, la città che ha rapito il poeta e che lo ha accolto, amato e reso vivo, nel bene o nel male. Una poetica che sicuramente porta a riflessione, profonda e attuale. Unica pecca: purtroppo, non sapendo il francese così bene, non ho potuto apprezzare le poesie scritte in lingua.
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