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"Himawari House" di Harmony Becker


In #collaborazione con De Agostini Libri, oggi vi presento una nuova e attesissima uscita per me: parlo della graphic novel "Himawari House. Il mio anno giapponese" di Harmony Becker, in tutti gli store dallo scorso maggio.


"Himawari House. Il mio anno giapponese" di Harmony Becker

  • Numero di pagine: 374

  • Formato: Libro - Brossura con alette

  • ISBN: 9791221201161

  • Prezzo: € 16,90

  • ⭐⭐⭐⭐⭐

 

Nao sta ripercorrendo tutta la sua infanzia, la sua mente vaga in attesa dell'atterraggio in Giappone, precisamente a Tokyo. Sono anni che non torna lì nel suo paese natale, anni che non vede la famiglia, e con questo viaggio vuole finalmente ritrovare il suo posto nel mondo. Negli Stati Uniti non si è mai sentita americana e chissà se in Giappone si sentirà mai giapponese. Si ritrova a Himawari House, un'abitazione nel cuore della città, in cui vivono già Hyejung, coreana, e Tina, di Singapore, entrambe con i propri buoni propositi, obiettivi e con una storia alle spalle. Tra giapponese, inglese, coreano e singlish (lingua creola inglese parlata a Singapore), le tre ragazze iniziano a legare, uscire, vivere insieme, riuscendo anche a confidarsi l'una con l'altra, piangendo e ridendo come vere e proprie amiche, condividendo gioie, scoperte e dolori. Accanto alle tre ragazze ci sono anche due fratelli giapponesi, Shinichi, socievole e disponibile, e Masaki, bellissimo e introverso. Sarà proprio Masaki a far riflettere Nao sul suo posto nel mondo e tra i due sboccerà anche qualcosa di nuovo, inaspettato. Per capire un'altra lingua basta studiarla, ma per capirsi e capire i propri sentimenti...

 

Premetto che ultimamente sto amando le graphic novel, anche se ho sempre e comunque apprezzato immaginare personalmente i vari protagonisti dei libri che leggo. Mi è piaciuto molto il messaggio che vuole comunicare questo libro e penso lo si possa racchiudere in questo semplice pensiero fuori campo:

È sempre meglio perdersi con le amiche. Il peso della stupidità meglio condividerlo che portarlo da sole.

Ho riso, ho pianto, mi sono emozionata, arrabbiata, stupita insieme ai ragazzi di questa graphic novel. Tutti i protagonisti si sentono incompresi per certi versi, chi dal mondo, chi dalla famiglia, chi da se stessi. In un anno può succedere praticamente di tutto, possono nascere amicizie, amori, legami destinati a diventare indissolubili. L'idea nel complesso è veramente ammirevole: una graphic novel multilingue dove ogni personaggio parla la propria lingua e così le frasi vengono riportate e scritte nelle nuvolette delle varie strisce, in caratteri giapponesi o coreani, in parole inglesi e altre forme. Himawari House non è solo un punto di passaggio per studenti, ragazzi che vogliono trovare la loro strada, è un primo passo verso l'indipendenza e la libertà. Nao, Hyejung e Tina affronteranno ciò che le ha portate a Tokyo, apriranno il loro cuore e le loro anime tra karaoke, dolci e scuola. Con questa graphic novel impariamo anche nuove parole, usanze, sensazioni. E, come ogni libro ambientato in Giappone che ho letto, nel finale lascia il dolceamaro, la nostalgia, qualcosa di sospeso.

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