"Il Paradosso di Epimenide" di Enrico Francesconi
Grazie a Matilde Bella, ho avuto la possibilità di leggere “Il Paradosso di Epimenide” di Enrico Francesconi, pubblicato grazie a e.biblio.
“Il Paradosso di Epimenide” di Enrico Francesconi
Numero di pagine: 256
Formato: Libro - Brossura
ISBN: 9788894119213
Prezzo: € 16,00
⭐⭐⭐⭐⭐
Giorgio Morandini e Tommaso Corti sono ricercatori del Centro delle Ricerche per le Scienze Cognitive e Tecnologie della Conoscenza. I due iniziano a costruire un’intelligenza artificiale utilizzando materiale biologico, in questo caso il cervello di un collega che aveva deciso di donare il suo corpo alla scienza una volta morto.
«Tommaso, ciò di cui stiamo trattando – il cervello, in questo caso – è causa e oggetto stesso della ricerca: c’è qualcosa di veramente diverso rispetto ad altre discipline, una qualità “ricorsiva” che ne determina limiti e peculiarità. Tutto questo, mio caro, ha un nome ben preciso, si chiama “Teorema di Gödel”.»
Berny, il nuovo essere creato in laboratorio dai due ricercatori, viene sottoposto a diversi esperimenti, tra cui l’impianto di particelle capaci di veicolare le informazioni sotto forma di segnali elettrici, in modo da produrre ricordi, o quello per insegnarli ad attivare la piena autocoscienza. Il progetto fa passi da gigante, ma c’è qualcuno che cerca di sabotarlo. Sono tante le domande di Giorgio, tanti i dubbi e le incognite su questo tracollo repentino. Alessandra, la ragazza che sta frequentando, fa troppe domande, Tommaso si comporta in modo strano e l’ingegner Vallini nasconde sicuramente qualcosa. Riuscirà Giorgio ad arrivare alla scoperta del secolo o ne uscirà prematuramente sconfitto?
Mi è piaciuto molto questo libro perché parla della matematica proprio come ne parlerei io, da studentessa di questa materia:
La matematica valeva anche per le sue virtù estetiche: simboli e linguaggio si distinguevano per capacità sintetiche, tali da racchiudere l’universo intero. E divinatoria pareva quella capacità di descrivere i fenomeni, estrarne le regolarità, avere più di una veggente abilità di valutare il passato e prevedere il futuro. […] A volte la matematica sembrava davvero il linguaggio di Dio.
L’intero romanzo passa costantemente dalla logica, tramite l’esperimento di Berny e i calcoli scientifici, al sentimento, che troviamo nei pensieri e nelle esperienze di Giorgio, nella storia con Alessandra, nei sospetti sui colleghi. Il tema dell’intelligenza emotiva non viene trattato come può essere visto in Westworld, quindi in un’ottica avveniristica, ma viene trattato quasi con filosofia e passione, come se Giorgio mettesse le sue stesse sensazioni in gioco. Dopo una prima parte ricca di dettagli e minuziosità scientifiche con la descrizione del progetto, accurata e particolareggiata, passiamo ad una seconda parte più oscura, sfociando quasi nel thriller e creando la giusta suspance. C’è un mistero da risolvere e Giorgio indaga, cerca, pensa, ma scopre ben presto che tutti mentono. Nulla è semplice, può fidarsi solo di sé stesso, ma l’inaspettato è dietro l’angolo, perché c’è qualcosa che gli sfugge ma non riesce a capire il tassello mancante. Nonostante il tema forse ostico ai meno appassionati, questo libro si legge in pochissimo tempo, è scorrevole e indaga su ogni sfumatura della mente, approfondisce la psiche e lascia spazio all’immaginazione.
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