"Lavorare stronca" di Andrea Coffami
Qualche mese fa ho fatto un ordine sul sito di Edizioni NPE e, con l'acquisto di alcuni libri a cui ero interessata, ho ricevuto in regalo ben altri sei libri, più o meno spessi, più o meno grandi. Uno di questi era "Lavorare stronca (Light version con il 30% di grassi in meno)" di Andrea Coffami, un libricino piccolo piccolo e di poche pagine, ma talmente strano che ho deciso di rileggerlo nuovamente prima di parlarvene.
"Lavorare stronca" di Andrea Coffami
Collana: Letteratura #2
Numero di pagine: 88
Formato: Libro - Brossura
ISBN: 9791280012258
Prezzo: € 7,90
⭐⭐⭐⭐
Un piccolo libricino composto da undici racconti brevi, di qualche pagina, senza nessun collegamento apparente e, in alcuni casi, senza un reale senso. Si parte con "L'apparecchio di Laura", un racconto di due bambini che provano per la prima volta l'esperienza del bacio.
Cacciai la lingua e la passai sopra quel metallo intriso di saliva che ricordo a perfetta temperatura ambiente. Bellissimo. Non so per quale motivo ma pensai a un dipinto che avevo in casa che raffigurava un tramonto sul mare.
In ordine sparso, passiamo a "La storia dell'uomo che corre involontariamente", al sogno strano e no-sense con "Lo zaino nero" o all'incubo del mendicare di "Ho semplicemente paura". Ogni racconto ha un tema, un incontro fortuito o il tempo perso e ritrovato, un amore finito e un altro appena iniziato, fino ad arrivare all'ultimo racconto, dal titolo "Regalare romanzi è reato perseguibile" difficilmente interpretabile.
Cosa dire di questo libro? Sicuramente breve, ma intenso. Ci sono undici racconti, undici storie diverse, undici temi differenti, alcuni più espliciti di altri. Ho apprezzato particolarmente il racconto dal titolo "Come nei film americani", scritto in mezzo dialetto dal protagonista stesso, in cui il ragazzo incontra una ragazza americana a Roma e passa con lei una giornata. Mi ha divertita molto.
E la vedo andare via, e la vedo che con le braccia e le mani se sistema la coda dei capelli biondi che le coprivano le spalle e si gira e me saluta con un sorriso che nei film americani se lo sognano. E il Colosseo sta sempre lì, statico che se guarda la scena. E nun crolla mai.
Un capitolo che, invece, non ho ben capito è stato proprio l'ultimo: in una concatenazione di parole, doppi sensi e assonanze, di cui non ho ben inteso il senso, il succo. Troviamo anche capitoli più pesanti, come quello dal titolo "Ho semplicemente paura", in cui il protagonista è presumibilmente un ragazzo costretto a mendicare. E' stato molto interessante anche il racconto "La persona da lei chiamata non è al momento raggiungibile (il semplice gioco del cubo e dell'esagono)". In parallelo vediamo le vite di Luca e Grazia, una coppia scoppiata per interessi diversi.
Le cose cambiano con gli anni, gli eventi modificano le persone e lo schifo della vita rende più forti facendosi ripagare in bellezza.
Sicuramente un libro che si legge in poco tempo, scorrevole, con uno stile unico nel suo genere, un linguaggio ironico e schietto, spontaneo all'apparenza, ben costruito in realtà. Consigliato, con qualche riserva.
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