"Morte di una sirena" di Thomas Rydahl e A.J. Kazinski
“Morte di una sirena” è un romanzo degli scrittori Thomas Rydahl e A.J. Kazinski, pubblicato da Neri Pozza Editore nell’Ottobre del 2020. È tra il noir, il thriller e il giallo storico.
“Morte di una sirena” di Thomas Rydahl e A.J. Kazinski
Numero di pagine: 448
Formato: Libro - Brossura
ISBN: 9788854519725
Prezzo: € 14,40
⭐⭐⭐⭐
Ambientato nella Copenaghen di quasi metà ‘800, ha come protagonista Hans Christian Andersen, colui che noi oggi conosciamo e amiamo per tutte le sue fiabe, tra cui “La sirenetta”. Hans Christian è descritto come un uomo solo e senza più speranza per il futuro, nonostante il suo sogno di diventare uno scrittore di successo. Oltre alla passione per la scrittura, ama anche creare ritratti con ritagli di giornale. È proprio questo hobby che lo porta ad essere coinvolto nell’omicidio di Anna, una prostituta, madre della piccola Marie. Viene riconosciuto da Molly, sorella minore di Anna e anch’essa prostituta, come “l’uomo dei ritagli”, l’ultimo ad aver visto la vittima ancora viva.
Lui alza gli occhi, il corpo di Anna è ancora sospeso sopra l'acqua sporca del canale, mentre il gruista si chiede come fare a scaricarlo a terra. In quell'istante Hans Christian nota un particolare che non è di Anna. E' lei. E non è lei. Pochi conoscono il suo corpo come lui, che lo ha riprodotto nella carta. E un dettaglio è diverso, ma non riesce a individuare quale sia.
Andersen viene dunque accusato dell’omicidio di Anna, ma con l’aiuto di un amico riesce a trovare una scappatoia: in tre giorni dovrà trovare il vero assassino, altrimenti sarà condannato a morte. In seguito, stringe un accordo con Molly, che, prima diffidente, dopo inizia a credere alla sua innocenza. I due affrontano insieme varie peripezie per svelare all’intera città il vero assassino, ma alla fine solo una persona perderà.
Personalmente, ho trovato questo romanzo avvincente, appassionante e profondo. Mostra una Copenaghen molto diversa da quella che conosciamo noi oggi, fatta di estrema ricchezza, ma anche povertà, sudiciume e freddo. Le immagini e descrizioni sono evocative, devastanti sotto certi aspetti, sicuramente suggestive.
Il freddo è un nemico malvagio, peggiore della solitudine.
Nel romanzo, il protagonista, ora scrittore di fama mondiale, viene presentato come un uomo qualunque, fatto di sogni, speranze, fragilità e perplessità. L’inventore di fiabe della nostra realtà si crede quasi pazzo perché “gli oggetti gli parlano”, viaggia con la fantasia per trovare il senso del tutto e per questo arriva persino a credere di essere stato realmente lui l’autore dell’omicidio di Anna. Il viaggio mentale dell'autore, sia nel risolvere l'omicidio, sia nel capire se sia lui il colpevole, è lungo e penetrante, i dubbi sono tanti ed è difficile risolverli per l'autore se sembra che il mondo gli remi contro.
Il dolore dei bambini, quello lo conosce, non ha mai superato il proprio. L'unica cosa che lo alleviava era il racconto, sparire in un altro mondo. Non importava se era raccapricciante oppure meraviglioso. Se era raccapricciante, si sentiva sollevato a tornare alla realtà; se era bello e piacevole, poteva continuare a inventare, ad allontanarsi dal dolore con l'immaginazione.
La lettura mi ha lasciato senza fiato dall’inizio all’ultima riga della fine, ricca di suspense e di ambientazioni e situazioni cupe e oscure. “Morte di una sirena” è la storia raccontata dagli autori per giustificare la nascita de “La sirenetta”.
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